La torre campanaria in regione Claus è ciò che resta dell’antica chiesa battesimale di San Bartolomeo, prima sede parrocchiale di Sambuco. È lecito supporre che lo stesso toponimo possa derivare dal termine claustrum (chiostro), riferito al primo insediamento collocato in isolamento rispetto all’abitato, sull’antica via verso
Pietraporzio e Moriglione. La torre si eleva per cinque piani, coperta da un’alta cuspide a piramide; la struttura muraria è costituita da pietre di fiume, intervallate da
cordoli marcapiano appena accennati. Le pietre angolari del basamento sono in tufo, ben rifinite. Perotti riporta l’iscrizione presente su uno dei massi del lato sud: «HOC OPUS FECIT FIERI COMUNITATIS S.BUCI (…) ANN (…) 1451»1. Tra le poche cose che ci è
dato sapere della chiesa medievale, registriamo la presenza di un ciclo di affresch datato 1481 e firmato dal pittore Giovanni Canavesio, ottimo interprete della stagione del tardogotico tra Piemonte, Liguria e Nizzardo
All’inizio del XVI secolo, l’arcivescovo di Torino Mons. Giovanni Ludovico Della Rovere aveva sancito un primo passaggio di sede parrocchiale da San Bartolomeo alla cappella di San Giuliano, consacrata appunto il 24 agosto 15023 . La scelta di San Giuliano come sede parrocchiale rimane di difficile comprensione vista la sua
posizione isolata rispetto alle borgate che componevano il paese. È possibile che il passaggio sia avvenuto per il pessimo stato in cui versava la vecchia parrocchiale e per la scarsa adeguatezza al titolo delle altre cappelle del paese. Le cose però cambiarono nuovamente di lì a poco, quando nella seconda metà del Cinquecento don Magno
Fossati avviò un ulteriore cambio di sede parrocchiale, iniziando a svolgere le funzioni religiose nella chiesa di Santa Maria del Rocasso, in posizione più centrale.
Va però osservato che, ancora nel 1770, le funzioni parrocchiali, pur celebrate prevalentemente nella nuova chiesa parrocchiale dal 1731, sono ancora
nominalmente attribuite alla chiesa cimiteriale di San Giuliano e all’antica chiesa battesimale di San Bartolomeo. Quest’ultima è detta essere in rovina e il visitatore
Mons. Rorengo di Rorà minaccia severe pene spirituali alla comunità se non si provvederà a ripararla.
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